Storia del pensiero economico: CEBIC
Sostiene che non c'è bisogno della storia del pensiero economico. La storia non ha bisogno di una sua autonomia, non c'è bisogno che essa venga studiata e spiegata perché nel passare del tempo ciò che è erroneo viene automaticamente distrutto dalla storia e dal suo corso naturale. La storia è come un cimitero di teorie economiche ritenute sbagliate.
Nel corso della storia ci sono processi che portano ad un solo punto detto v, quello della verità. Nel processo verso v ci stanno tutti i manuali di economia politica che vagliano le determinate teorie in un determinato lasso di tempo. Il manuale serve ad eliminare le teorie errate in un solo periodo di tempo, funge da filtro purificatore. Tutto ciò che è nel manuale è ciò che c'è di vero in quel tempo. Più è recente il manuale, più c'è verità economia all'interno.
Gli storici che non si fidano di Cebic vanno a ricercare nei loro studi anche le teorie considerate erronee dai manuali e riportandole al presente non le trovano poi così sbagliate. Le teorie di Cebic sono un po' rozze perché non prevedono l'esistenza di verità all'interno delle teorie scartate dai manuali. Malthus era un economista perdente e sbagliato rispetto a Ricardo. Eppure Keynes quando l'ha ripreso in mano ha trovato delle verità (smentendo il pensiero di Cebic). Ci servono anche i manuali di storia dell'economia con tutte le teorie esistite, non solo i manuali di economia con le teorie che in quanto vere sono presenti anche oggi. Ci serve la storia, la memoria.
Storia = cercare di mostrare nel tempo come si modificano le teorie economiche. Per la storia è necessario cogliere lo scorrere e il modificarsi di certi oggetti nel tempo. La memoria sta a testimonianza dei processi di deformazione, infatti permette ad una nazione di non essere solo una espressione geografica, solo un territorio, ma di avere anche un'identità storica. L'identità deriva da qualcosa che c'è ma non si vede, cioè il tempo. Per mostrare ciò che c'è ma non si vede serve la storia e la memoria. Identità è funzione di M (memoria). La memoria ce la regalano gli storici.
Tutte le persone con una memoria simile hanno la stessa identità, la memoria collettiva identifica un popolo. Dunque I = f (M), ovvero identità funzione di memoria.
Gli storici lavorano a costruire la memoria, producono figure che stanno all'interno delle nostre menti. La questione della memoria è amplissima. Il costruttore della memoria è lo storico che ricopre funzione civile importante. La memoria è fatta di luoghi e figure, di immagini che stanno nella mente. Ad esempio la Divina Commedia è una memoria artificiale fatta di immagini che servono a rappresentare in maniera stilizzata vizi e virtù.
La storia è sempre locale perché riguarda sempre un'identità. La memoria è sempre il racconto di una vicenda per bocca di un gruppo particolare, perciò è sempre filtrata da un'ideologia.
Vi sono varie posizioni sulla storia. Oltre a Cebic, vi sono Heilbronner e Boulding.
Nel corso della storia ci sono processi che portano ad un solo punto detto v, quello della verità. Nel processo verso v ci stanno tutti i manuali di economia politica che vagliano le determinate teorie in un determinato lasso di tempo. Il manuale serve ad eliminare le teorie errate in un solo periodo di tempo, funge da filtro purificatore. Tutto ciò che è nel manuale è ciò che c'è di vero in quel tempo. Più è recente il manuale, più c'è verità economia all'interno.
Gli storici che non si fidano di Cebic vanno a ricercare nei loro studi anche le teorie considerate erronee dai manuali e riportandole al presente non le trovano poi così sbagliate. Le teorie di Cebic sono un po' rozze perché non prevedono l'esistenza di verità all'interno delle teorie scartate dai manuali. Malthus era un economista perdente e sbagliato rispetto a Ricardo. Eppure Keynes quando l'ha ripreso in mano ha trovato delle verità (smentendo il pensiero di Cebic). Ci servono anche i manuali di storia dell'economia con tutte le teorie esistite, non solo i manuali di economia con le teorie che in quanto vere sono presenti anche oggi. Ci serve la storia, la memoria.
Storia = cercare di mostrare nel tempo come si modificano le teorie economiche. Per la storia è necessario cogliere lo scorrere e il modificarsi di certi oggetti nel tempo. La memoria sta a testimonianza dei processi di deformazione, infatti permette ad una nazione di non essere solo una espressione geografica, solo un territorio, ma di avere anche un'identità storica. L'identità deriva da qualcosa che c'è ma non si vede, cioè il tempo. Per mostrare ciò che c'è ma non si vede serve la storia e la memoria. Identità è funzione di M (memoria). La memoria ce la regalano gli storici.
Tutte le persone con una memoria simile hanno la stessa identità, la memoria collettiva identifica un popolo. Dunque I = f (M), ovvero identità funzione di memoria.
Gli storici lavorano a costruire la memoria, producono figure che stanno all'interno delle nostre menti. La questione della memoria è amplissima. Il costruttore della memoria è lo storico che ricopre funzione civile importante. La memoria è fatta di luoghi e figure, di immagini che stanno nella mente. Ad esempio la Divina Commedia è una memoria artificiale fatta di immagini che servono a rappresentare in maniera stilizzata vizi e virtù.
La storia è sempre locale perché riguarda sempre un'identità. La memoria è sempre il racconto di una vicenda per bocca di un gruppo particolare, perciò è sempre filtrata da un'ideologia.
Vi sono varie posizioni sulla storia. Oltre a Cebic, vi sono Heilbronner e Boulding.