Valutazione dei Crediti di Funzionamento
Valutazione delle Rimanenze di Magazzino
Valutazioni delle immobilizzazioni tecniche
Accantonamenti
Valutazione dei Crediti di Funzionamento
La valutazione dei crediti di funzionamento , avviene secondo il criterio del presunto realizzo . Le perdite di esigibilità dei crediti non devono essere imputate fra i costi degli esercizi nei quali diventeranno definitive , ma , nel rispetto dei principi di competenza e prudenza , vanno rilevate ed imputate agli esercizi in cui è possibile prevederle e contenerne gli effetti . Vanno accertati i casi di insolvenza parziale o totale , per stralciare (correggere il valore dei crediti inesigibili) i primi e vagliare i secondi . Una volta accertata la perdita di esigibilità si procede al calcolo di opportune percentuali di svalutazione .
Valutazione delle Rimanenze di Magazzino
Il magazzino può contenere materie prime , prodotti in corso di lavorazione , o prodotti finiti .
Le materie prime possono essere valutate :
Ø al Costo à effettivo (adottabile solo se i beni sono specificatamente riconoscibili ed identificabili) , medio ponderato (media aritmetica)
Ø al Costo LIFO à (Last in – First out) si presuppone che l’ultimo bene entrato sia il primo uscito dal magazzino . Di conseguenza le rimanenze sono valutate al costo storico delle partite acquistate da più tempo .
Ø al Costo FIFO à (First in – First out) si presuppone che la prima merce entrata in magazzino sia la prima ad essere utilizzata . Il costo è quindi valutato in base alle partite acquistate più di recente .
Ø al Valore di Realizzo al prezzo corrente di mercato à talvolta il costo non è un valido indicatore delle rimanenze di magazzino . Quando il valore desumibile dall’andamento del mercato è inferiore al costo , onde evitare la sopravvalutazione dell’attivo andando in contro ad utili sperati , è necessario esprimere il valore delle rimanenze adeguandolo a tale minore valore .
I metodi del costo LIFO e del costo FIFO permettono agli amministratori di ragionare su un numero più piccolo di fatture , facilitando il compito .
Valutazioni con criteri diversi modificano i valori . Il LIFO è tendenzialmente il più usato , in quanto , in un regime di aumento dei prezzi , consente di redarre il bilancio secondo il principio della prudenza . In generale , per il criterio della prudenza , è opportuno selezionare il metodo della valutazione per non dare luogo ad una sopravvalutazione degli utili .
I prodotti in corso di lavorazione si valutano i riferimento alle operazioni di gestione interna (Stadio di Avanzamento) :
¬ al Costo primo
¬ al Costo di produzione
I prodotti finiti o semilavorati possono essere valutati :
¨ al Costo di produzione (Costo di tutti i fattori produttivi utilizzati)
¨ al Valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato (prezzo di mercato)
Valutazioni delle immobilizzazioni tecniche
Il valore delle immobilizzazioni tecniche deve essere ripartito fra i vari processi a cui una immobilizzazione partecipa . Si utilizza il processo dell’ammortamento : il valore dell’immobilizzazione viene suddiviso tra più periodi amministrativi . Ciò comporta quindi una serie di valutazioni riguardo :
I. alla valutazione del valore da ammortizzare
II. alla vita utile dell’immobilizzazione
III. al criterio di determinazione delle quote d’ammortamento
I. La valutazione del valore da ammortizzare è relativa al valore originario del bene , e può avvenire in caso di acquisto (costo di acquisto + eventuali spese accessorie) , autocostruzione (costo della somma dei fattori produttivi utilizzati) , permuta (ovvero uno scambio , tenendo conto del valore di marcato) o apporto (in base alla stima di un perito esterno) .
La valutazione del costo risente del fenomeno congiunzione dei costi , nello spazio e nel tempo . Questo fenomeno è presente nella valutazione delle immobilizzazioni ma non solo .
Per congiunzione dei costi nello spazio si intendono i costi di fattori produttivi che consentono di svolgere simultaneamente operazioni diverse (es. locali , materie prime comuni a più processi produttivi , energia elettrica…) .
La congiunzione di costi nel tempo riguarda invece i costi di fattori produttivi che permettono di compiere ripetutamente le stesse operazioni (es. macchinari , manodopera a tempo determinato…) .
In generale , e tenendo conto di tutti gli eventuali costi accessori citati , il valore da ammortizzare è dato dal valore originario diminuito dell’ eventuale valore residuo . Per valore residuo si intende il ricavato dall’eventuale cessione dell’usato , solo quando è prudenzialmente possibile stabilirlo .
II. Il periodo di vita utile del bene è influenzato dalla stima della vita fisica (dato fornito generalmente dalla casa produttrice su base statistica) , e dal fenomeno dell’obsolescenza con relativa svalutazione nel tempo .
III. I criteri di ripartizione delle quote d’ammortamento possono ispirarsi a metodi regolari e matematici , oppure a metodi irregolari .
Si può utilizzare il metodo delle quote costanti secondo la seguente relazione :
q = (V0+Vn) / n
Con:
q = quota di ammortamento
V0 = valore originario
Vn = valore residuo (quando presente)
n = numero di anni di vita utile
A seconda della fase di vita dell’azienda oppure in relazione a diverse scelte da parte degli amministratori , possono essere applicati per la determinazione delle quote svariati altri modelli matematici , utili , ad esempio , per la divisione in quote crescenti o decrescenti .
Le ripartizioni regolari sono caratterizzate da una certa rigidità che , in un certo senso facilita il lavoro dell’amministratore , ma d’altra parte pone dei severi vincoli alle possibilità dell’azienda , in quanto già con le quote d’ammortamento si definisce il futuro impiego di parti del capitale per gli esercizi futuri .
Quote irregolari consentono invece una maggiore flessibilità nelle scelte , consentendo ad esempio di scegliere ad ogni periodo amministrativo quale quota imputare all’esercizio in chiusura , in base alla quantità degli utili parziali . Più consistente sarà il reddito parziale (completo , ma con l’esclusione delle immobilizzazioni) più consistenti potranno essere le quote .
Oppure è possibile esprimere il tempo di vita utile di un bene non in anni , ma ad esempio in ore di funzionamento , oppure in numero di movimenti o numero di processi , ottenendo ad esempio quote orarie , da moltiplicare successivamente per il numero di ore di utilizzo , relativo all’esercizio in chiusura , del bene , ed ottenendo la seguente formula :
q = (V0+Vn) / h (ad es. “ore”)
In generale l’ammortamento parte da un costo sospeso (valore economico) , trasformandolo in una serie n di costi d’esercizio , configurandosi quindi come una operazione di ambito esclusivamente economico .
Accantonamenti
Si intende “mettere da parte” quote del capitale , solo riguardo a valori economici (quindi astratti , non certi) . Quindi ci si riferisce ad un trattenimento di quote di utili lordi e\o netti , che si sottraggono alla loro naturale destinazione .
es. Dopo l’analisi del reddito si trova un utile d’esercizio , un utile netto , naturale remunerazione del soggetto economico . Si decide di lasciare investita una parte di quest’utile , sottraendola quindi al suo normale disinvestimento per la distribuzione , ed andando a formare la voce nel capitale “Fondo di riserva” .
L’accantonamento è quindi un processo economico per mezzo del quale sono imputati al reddito costi “particolari” ai quali non corrisponde un effettivo esborso monetario (manca il valore originario) , ad esempio nell’ammortamento . Quindi i valori accantonati non sono sottratti dalle vicende della gestione , ma continuano a parteciparvi . La separazione è solo un fatto contabile , perché consiste in una indicazione scritturale in elementi astratti del capitale .
Oggetto di accantonamento sono :
Accantonamenti di utili lordi o riserve improprie :
Ü Utili lordi à utili che si formano prima della determinazione del reddito d’esercizio .
A. Accantonamenti per poste correttive à fondi che hanno lo scopo di fronteggiare effetti dannosi che si sono già manifestati ed abbattuti sul capitale . es. fondo ammortamento , fondi oscillazione (prezzi , titoli , cambi…) .
es. Fondo ammortamento à corregge il valore assegnato alle immobilizzazioni tecniche
Ricavo sospeso (valore economico -), corrispondente ad un costo sospeso (valore economico +) .
B. Accantonamenti per fondi rischi (valori numerari presunti attivi) à sono i fondi destinati a contenere ed assorbire oneri o perdite presunte future che si manifestano a seguito di rischi specifici. es. fondo svalutazione crediti (1), svalutazione prezzi, titoli , cambi (2) , per cause giudiziarie (3) .
1. Esprime il rischio di inesigibilità dei crediti di funzionamento , a fronte dei quali si pone un costo stimato e presunto di “perdita stimata su crediti” . Si mette il valore nominale del credito opposto al fondo di svalutazione crediti per rappresentare il presunto realizzo .
2. Esprime oscillazioni negative che evidenziano la probabile manifestazione di perdite future , quindi devono essere rilevate , in base al postulato della prudenza , tra i costi d’esercizio , opposti ad i ricavi d’esercizio .
3. Si può verificare , ad esempio in aziende che vendono prodotti soggetti a garanzia . Esprime il costo che potrebbe verificarsi in seguito all’esito negativo di cause giudiziarie legate ad esempio al malfunzionamento di un prodotto .
C. Accantonamenti spese future à questi fondi esprimono debiti certi nell’esistenza , che in un futuro , anche prossimo , l’azienda sarà tenuta a saldare , ma non definiti esattamente nella scadenza. es. fondo per garanzia su prodotti venduti (1) , fondo per lavori ciclici di manutenzione (2) , fondo per trattamento di fine rapporto (3) .
1. Se un’azienda vende prodotti in garanzia , deve stimare un fondo per l’eventuale riparazione gratuita dei prodotti eventualmente difettosi già venduti .
2. Esprime i costi di manutenzione periodica di grandi impianti , che devono essere imputati , tramite i necessari accantonamenti , ai vari esercizi nei quali gli impianti vengono utilizzati e quindi si usurano .
3. Esprime il debito verso i dipendenti per la liquidazione maturata in virtù degli anni di lavoro svolto e della qualifica ricoperta .
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Ü Utili nettià utili che si formano dopo della determinazione del reddito d’esercizio .
Sono fondi di riserva che figurano tra le quote ideali del capitale netto . Si formano quando la ricchezza netta , l’utile d’esercizio , prodotto della gestione , non viene interamente distribuita al soggetto economico . Tale utile netto va ad accrescere durevolmente la consistenza del capitale netto investito nell’azienda . Questi fondi sono destinati a fronteggiare eventi sfavorevoli futuri che si potrebbero tradurre i perdite d’esercizio .
Gli accantonamenti di utili netti hanno una doppia finalità :
< Autoassicurazioneà corrispondono ad un incremento del capitale netto con lo scopo di fronteggiare il rischio generico di gestione .
< Autofinanziamentoà accrescendo la capacità di sopportazione di oneri e potenziando il capitale , ne mantengono l’integrità . Sono una fonte di autofinanziamento palese , perché dichiarata , e indirettamente provenienti dal soggetto economico , ma provenienti direttamente dalla gestione stessa .
I fondi di riserva sono classificabili in base a obbligatorietà , provenienza ed indicazione in stato patrimoniale .
Obbligatorietà :
si distingua tra riserve obbligatorie (legali e statuarie) e riserve facoltative .
Nelle società , oltre ai fondi previsti dalla legge , i soci possono decidere di istituire fondi statuari , obbligatori o facoltativi a seconda del tipo di società .
Provenienza :
provengono normalmente da utili netti non distribuiti , ovvero riserve utili .
inoltre ci sono particolari occasioni che richiedono l’utilizzo di riserve di capitali netti :
M Fondo sovrapprezzo azioni à solo se la società decide di emettere nuova azioni ad un prezzo pari al valore economico dell’azione , che tiene conto del valore nominale ed aumenta in funzione dell’avviamento e delle quote .
M Fonde di rivalutazione à solo se è in atto un processo di sensibile inflazione , i questo caso lo Stato , con le leggi fiscali , suggerisce la rivalutazione , cosicché lo scarto fra attivo e passivo va a finire in questo fondo . Se non ci fosse la legge fiscale , lo scarto andrebbe a confluire nei ricavi d’esercizio , entrando nel reddito .
Indicazione nello stato patrimoniale :
si distinguono fondi palesi e fondi occulti , se sono presenti o meno nel bilancio . L’eventuale occultamento volontario delle riserve , e la loro conseguente esclusione dal bilancio costituisce un reato . Ma se ad esempio non iscrivo in bilancio un macchinario già totalmente ammortizzato ma ancora funzionante non commetto reato . Le riserve palesi figurano nel bilancio aziendale tra le quote ideali del capitale netto . Le riserve occulte non figurano nel bilancio e derivano da un processo di valutazione , sorgendo per sottovalutazione dell’attivo o sopravvalutazione del passivo (non intenzionalmente) . Sono quindi il risultato del rispetto del postulato della prudenza .
I fondi di riserva sono una fonte di autofinanziamento . L’autofinanziamento offre opportunità, e quindi vantaggi, di natura:
G Economicaà non comporta oneri
G Finanziariaà nessun vincolo di rimborso o aliquota
G Politicaà non sorgono vincoli imposti dal mercato (non sempre si possono ottenere dall’esterno i finanziamenti richiesti) o dai soci (spesso l’assemblea dei soci oppone resistenza all’aumento del capitale sociale , in quanto si modificano gli equilibri di potere già consolidati)
L’autofinanziamento impone però anche dei vincoli :
H Non consente di sopperire ad improvvise necessità finanziarie
H Presuppone una gestione attiva
H Deve essere consapevolmente governato
H Comporta la rinuncia da parte dei soci a parte della propria retribuzione