Storia del pensiero economico
CLASSICI: iniziano con Smith, poi vi sono tutti gli altri, Ricardo, Malthus, ecc.. condividono la stessa visione pre-analitica:
1- metodologia di indagine maggiormente deduttiva
2- scomposizione della realtà produttiva in terra-lavoro-capitale (con vari equilibri)
3- tre classi sociali: lavoratori,capitalisti e proprietari terrieri
4- si interrogano sul concetto di lavoro
5- ricerca delle leggi che ne prevedono lo sviluppo futuro
6- critica al mercantilismo
7- indagine economica dinamica proiettata nel futuro
8- esiste un ordine naturale che va catturato ed anticipato interpretandolo
9- esiste e si spartisce un surplus (come si forma? A chi va?)
10- il settore agricolo conserva un ruolo specifico e centrale (si misura in grano/terra)
nasce in questo sistema una vera e propria scienza economica, non più una scienza collaterale. Nascono le prime scuole e un linguaggio economico proprio e puntuale.
ADAM SMITH (1723-1790): economista e filosofo scozzese, viene considerato unanimemente il primo degli economisti classici, sebbene non sia facile individuare con precisione la fine del mercantilismo e l'inizio dell'età classica, poiché per un certo periodo ci fu una certa sovrapposizione tra le due correnti di pensiero.
La sua opera principale è "La ricchezza delle nazioni". Essa consta di cinque libri:
- nel primo vengono trattati gli effetti della divisione del lavoro ed è presentata la teoria del valore e della distribuzione del reddito
- nel secondo si considera capitale come fattore scatenante economico, si valuta il ruolo della moneta
- nel terzo si tratta dell'agricoltura
- nel quarto e nel quinto viene presentata critica radicale al mercantilismo e alla fisiocrazia.
Divisione del lavoro : Smith individua nel lavoro svolto "il fondo da cui ogni nazione trae in ultima analisi tutte le cose necessarie e comode della vita". Perciò il livello di crescita economica è direttamente proporzionale al lavoro e alla quota di lavoratori produttivi sul totale della forza lavoro. I lavoratori infatti si distinguono tra produttivi e improduttivi. Per i primi il valore del salario viene sempre reintegrato, insieme al profitto, nel maggior valore dell'oggetto al quale il loro lavoro viene applicato; il costo dei secondi invece non viene mai reintegrato ( ad esempio lavoro del domestico). In Smith la ricchezza di una nazione non deriva quindi dalla quantità di risorse naturali o metalli preziosi di cui essa può disporre, come ritenevano i mercantilisti, né è generata solo dalla terra, l'unica risorsa capace di produrre un sovrappiù per i fisiocratici, ma dal lavoro produttivo in essa svolto, e dalla capacità produttiva di tale lavoro.
La produttività dipende dalla divisione del lavoro, che può essere interna (o tecnica) ed esterna. Un esempio di divisione interna è la fabbrica di spilli, c'è sostanziale aumento di produttività lavorativa, incremento di destrezza dell'operaio, risparmio di tempo ed innovazioni tecnologiche più facilmente individuabili. Smith sosteneva che se tale divisione fosse stata portata ad un livello eccessivo, sarebbe diminuito il grado di benessere psicofisico dei lavoratori.
La divisione esterna è legata al fatto che sul mercato le singole attività produttive tendono a specializzarsi nelle produzioni di un singolo bene. Il lavoratore poteva specializzarsi in una singola attività se e solo se esisteva il capitale, ovvero un fondo di beni di diverso genere sufficiente a mantenerlo e a fornirgli i materiali e gli arnesi del suo lavoro almeno fino al momento in cui il prodotto del suo lavoro possa essere finito e venduto. Un esempio è la comunità di cacciatori. Nella divisione esterna ci si specializza nell'attività più produttiva. Solo grazie all'accumulazione di capitale posso attuare forza lavoro, perciò c'è bisogno di un mercato più ampio, in cui avvengono il baratto e lo scambio dei prodotti del proprio lavoro con quello degli altri.
Teoria del valore di scambio : Smith distingue la società rude da quella evoluta; nella prima la separazione dei fattori produttivi non è avvenuta, l'individuazione del valore di scambio è determinata sulla base dei reciproci della quantità di lavoro contenuto nei vari beni A/B=QLB/QLA. Nella società evoluta, con terre recintate e separazione tra detentore capitale e forza lavoro, il valore non è dato dal lavoro impiegato, ma dal potere di disporre del lavoro. Occorre una unità di misura che renda sommabili i tre fattori lavoro, terra e capitale. Tale U sarà il costo di questi tre fattori, rispettivamente salario,rendita e interessi. A/B=CPB/CPA CP=costo produzione
Teoria della distribuzione del reddito : si spiega come si ripartisce il reddito tra le classi sociali e come si determinano le tre grandezze salario,rendita ed interessi.
- salario: è il risultato di un processo di trattazioni fra classi sociali. Secondo Smith esiste un fondo salario e vi è una domanda di lavoro data dall'ampiezza di questo fondo (parte di capitale omogenea, atta ad anticipare o pagare salario); l'offerta di lavoro dipende dalla prolificità. Quindi il salario è determinato dall'ampiezza del fondo salario diviso la numerosità della popolazione
- rendita: remunerazione che spetta al proprietario terriero, prezzo pagato per l'uso della terra, per la fertilità del suolo
- interesse: è una parte del profitto che va ad aumentare il capitale di rischio.
Sia il profitto che la rendita sono deduzioni del prodotto del lavoro.
Politica economica : ciascun imprenditore perseguendo un proprio interesse personale (profitto) tramite il catalizzatore della concorrenza contribuisce allo sviluppo economico. Ogni imprenditore tenderà infatti a diminuire i costi e tutta la comunità alla fine avrà un risparmio di risorse. C'è eterogenesi dei fini. Si va incontro ad un incremento della ricchezza del paese. Per favorire lo sviluppo economico ci vuole sistema liberistico con solo tre funzioni che fanno eccezione: amministrazione giustizia, difesa da esterni, erogazione di servizi che il privato non è interessato ad offrire. Smith giustifica i monopoli per motivi militari e fiscali e si pronuncia a favore dell'abolizione dei dazi e delle barriere doganali (allargamento mercato) e dei monopoli sfavorevoli alla concorrenza.
La teoria di una regolazione spontanea dello scambio e delle attività produttive di Adam Smith è incentrata sulla nozione di mano invisibile secondo la quale il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi, in particolare non necessita l'intervento di una volontà collettiva razionale. Il ruolo della mano invisibile è triplice: il realizzarsi di un ordine sociale che soddisfa l'interesse generale, permette l'equilibrio dei mercati (in cui domanda e offerta tendono ad eguagliarsi) e favorisce la crescita e lo sviluppo economico.
CRISI ECONOMICA MONDIALE: il sistema economico mondiale è tutt'altro che in equilibrio stabile. Alla base del sistema sta la propensione ad investire I,cioè lo spirito del capitalismo.
I = h – i' = produzione marginale del capitale – saggio di interesse
h = c - ? = costi certi – eventuali ricavi
Il sistema economico è quindi fondato su istinti irrazionali. In un siffatto sistema è molto probabile che si verifichino crisi. Il potere politico statale può in qualche modo reggere la piramide nei periodi di crisi (ad es. nel 1917 con rivoluzione russa, alternativa al capitalismo con intervento statale). Vi è pure un Terza via, cioè un' alternativa alle due classiche teorie economiche del capitalismo e del comunismo, elaborata agli inizi del XX secolo come sistema economico a sé stante e diverso da entrambi. In precedenza le alternative alle due teorie erano rappresentate dalla mescolanza di alcuni punti di ciascuna di esse.
Lo spirito del capitalismo fu interpretato da Max Weber attraverso un etica protestante. Il modo di concepire la vita economica dipendeva dalla religione puritana; infatti il puritano dal punto di vista teologico considera il concetto della salvezza, vista come giudizio a priori dell'Onnipotente. È una visione ex ante, una persona era salvata oppure condannata agli inferi a prescindere dalle sue azioni. Data la predestinazione, l'individuo andava alla ricerca di segnali o indicazioni. Il segno della benedizione del cielo, della salvezza, era l'avere successo nella vita, con ricchezza, che non aveva alcuna importanza dal punto di vista economico. Vi era accumulazione della ricchezza senza consumo, infatti ai puritani non interessava tale aspetto, in quanto consideravano solo l'accrescimento della ricchezza dal punto di vista religioso. Secondo Weber nacque così il capitalismo K = f P dipende dall'ideologia protestante.
Secondo Amintore Fanfani, invece, il capitalismo dipendeva da più fattori diversi. Lo spirito del capitalismo consta dell'abbassamento dei costi dati i prezzi per trarre profitto; non è lo spirito del guadagno, che si può ottenere semplicemente alzando i prezzi. Il capitalismo non nasce in un determinato periodo, il suo spirito c'è sempre stato e viene risvegliato con determinate condizioni. Tale spirito è detto del “minimo mezzo” o “principio razionalizzante della produzione”. Fanfani sostiene che le condizioni esterne per il capitalismo si definiscono rispetto all'economia medievale.
La vita economica del medioevo aveva riguardo per produzione e distribuzione ricchezza; con le corporazioni la produzione non causava sfruttamento lavoro umano, considerato risorsa da non sfruttare; nella distribuzione si parte dal presupposto che il residuo deve essere dati ai poveri. Dal 1942 con lo spostamento dei mercati si va incontro ad una crisi e di conseguenza viene meno il disavanzo da dare ai poveri, l'imprenditore trattiene i pochi profitti per sé, diventando così capitalista senza la distribuzione della ricchezza. Lo spirito del capitalismo nascerebbe nelle società cattoliche che vivono all'estero, che si sentono distaccate dalla madre patria e reinventano sistema di valori particolari. Infatti non c'era la chiesa a controllare la distribuzione e pressione sociale, non c'era senso di colpa, con allentamento dei valori morali e sociali. Il profitto si vuole ottenere abbassando i costi, diminuendo i salari e massimizzando la forza lavoro. Il sistema capitalista nasce sostituendo il sistema medievale. Lo spirito capitalistico trasforma le istituzioni economiche, le corporazioni vengono eliminate, viene messa da parte la chiesa e viene riorganizzato lo stato, incidendo direttamente la mentalità degli uomini e le istituzioni sociali.
Lo spirito del capitalismo ha le stesse caratteristiche dell'idea platonica. (Platone elabora la famosa dottrina della reminiscenza, secondo la quale l’apprendere è un ricordare; parte dall'assunto fondamentale che esistano delle Idee che hanno caratteristiche opposte agli enti fenomenici: sono incorruttibili, ingenerate, eterne, non soggette a mutamento. Queste Idee albergano nell'iperuranio, mondo soprasensibile e che è parzialmente visibile alle anime slegate dai loro corpi).
La rivoluzione francese e quella industriale avevano dato un nuovo grande impulso all'idea di progresso, che nel 1799 era visto come una sorta di ritorno all'eden.
JEAN-BAPTISTE SAY (1767-1832): economista francese, vive la rivoluzione da liberale. Era fiducioso che la crescente produttività non sarebbe stata un problema nel tempo, postulando la sua Teoria degli sbocchi garantiti. Egli sosteneva in tale legge che in regime di libero scambio non sono possibili le crisi prolungate, poiché i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che è solamente merce rappresentativa. L'offerta è sempre in grado di creare la propria domanda: ogni venditore è anche compratore. Il rimedio delle crisi non doveva perciò, secondo Say, ricercarsi tanto in misure restrittive dell'importazione, quanto nell'incremento di quelle produzioni che servissero all'esportazione. Ogni produzione troverebbe sempre un naturale sbocco sul mercato. Say quindi era convinto che il mercato lasciato a se stesso tende a raggiungere l'equilibrio di piena occupazione. Egli assume che il denaro ricavato dalla vendita sia destinato ad essere immediatamente speso; in questo senso il venditore è sempre anche un compratore e, con ciò, offre uno sbocco alle produzioni altrui. Say manda un messaggio ottimistico per gli imprenditori
Teoria del valore : egli propose il concetto dell'utilità come base del valore, in sostituzione del costo, teorizzato dai classici. Il valore attribuito ad una cosa è la misura della sua utilità (unisce due tesi smithiane). Il valore aggregato della produzione è uguale al valore aggregato dei redditi distribuiti, quindi non può verificarsi una crisi di sovrapproduzione .
THOMAS ROBERT MALTHUS (1766-1834): economista e demografo inglese, non condivideva l'idea di un progresso automatico e crescente.
Teoria della popolazione: sostenne che l'incremento demografico avrebbe spinto a coltivare terre sempre meno fertili con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all'arresto dello sviluppo economico, poiché la popolazione tenderebbe a crescere in progressione geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescono invece in progressione aritmetica.
popolazione = π produzione grano = g
tempo = T ps = passione sessuale
π = ps ∙ g
nel tratto AB la produzione g è superiore all'incremento della popolazione. In B la π = g cioè tutto il cibo prodotto è distribuito a tutta la popolazione. Tutti i nati a destra del punto B causavano carenze di alimentazione, con conseguenti carestie ed epidemie (punizioni divine per i piaceri del corpo). L'uomo avrebbe dovuto cercare di collocarsi alla sinistra di B. La soluzione di Malthus, nell'ipotesi di non avere più rapporti sessuali prima del matrimonio, fu quella di spostare avanti nel tempo la data del matrimonio.
In realtà egli non considerò i progressi della moderna agricoltura, il che faceva innalzare la produttività, spostando B nel tempo. Inoltre la passione sessuale non era una variabile così forte nel periodo della rivoluzione industriale. Le due curve quindi erano state ipotizzate troppo drammaticamente. Con l'atteggiamento Malthusiano si intende l'idea di poter controllare lo sviluppo di una nazione mediante il controllo delle nascite (contraccezione).
Teoria del valore: nel breve periodo la popolazione si considera stabile.
d = domanda
o = offerta
o' = offerta se si risparmia
P = prezzo
si suppone che la domanda sia data, quindi costante
lo sviluppo economico non è funzione della risparmiosità, che non fa aumentare profitto
il prezzo si ha quando domanda e offerta si incontrano
La rendita sui terreni si ottiene in seguito alla scarsità di terre fertili. L'attività agricola dona un surplus. La dinamica del costo di produzione paragonata alla produttività della terra genera un profitto. Nella teoria del profitto, il sistema si regge e si sviluppa per effetto della domanda della classe sterile, mentre i proprietari terrieri aumentano la domanda. Quindi gli imprenditori diligenti e risparmiosi sono salvati dalla crescente domanda dei proprietari.
P = VP / VA profitto = valore del prodotto / valore delle anticipazioni (salari-interessi-rendite)
DAVID RICARDO (1772-1823): economista britannico, considerato uno dei massimi esponenti della scuola classica, vive in un'epoca di profondi cambiamenti economici e sociali, contraddistinta dalla rivoluzione industriale in Inghilterra e in generale dal processo di trasformazione delle economie europee in senso capitalistico.
Ricardo diede due versioni della teoria della distribuzione e del valore: la prima nel “Saggio sui profitti” del 1815 (il titolo originale completo è “Essay on the influence of a Low Price of Corn on the Profits of Stock”) e la seconda nei “Principi di Economia Politica”.
Saggio sui profitti: egli ragiona in termini di grano, in quanto prodotto utilizzato come capitale di investimento, per pagare salari, e prodotto ottenuto. Vi sono due ipotesi alla base: popolazione in costante aumento e mercato che tende ad uniformare saggi di profitto e salari. Secondo Ricardo vi sono imprenditori che prendono in prestito il terreno (fittavoli) e vi impiegano del lavoro, lo remunerano, pagano eventuale rendita, portano il prodotto al mercato e col ricavato della vendita iniziano da capo il ciclo.
Supponiamo che un terreno produca 600 quintali di grano a partire da un costo di 360 q (necessari per pagare i lavoratori e gli arnesi). Avremo quindi un profitto di 240q con una rendita pari a 0, data la grande disponibilità di terreni fertili. Con l'aumento della popolazione devo spostarmi su altri terreni, magari meno fertili, così dovrò impiegare più operai e di conseguenza il costo sarà maggiore. A questo punto avremo due imprenditori, di cui uno che ci guadagna di più, infatti il rapporto tra profitto e costo (tasso di profitto) è maggiore. Se il tasso di profitto è uguale in tutto il sistema, allora sorge una rendita, infatti il secondo capitalista si accorge che il primo ha più profitto con meno costi, quindi si sposta un po' nel suo terreno fornendogli una rendita. Allo stesso modo un terzo capitalista con costi ancora maggiori fornirà rendita sia al primo che al secondo. Il tasso di profitto scende in termini percentuali via via che si va a coltivare terreni sempre più marginali.
PRODOTTO
COSTO
Prof/Rendita T1
Prof/Rendita T2
Prof/Rendita T3
Tasso Prof
T1
600q
360q
240q / 0q
180q / 60q
130q / 60q
67%-50%-36%
T2
600q
400q
-
200q / 0q
135q / 65q
50%-36%
T3
600q
440q
-
-
160q / 0q
36%
P1=240 P2 = 380 P3 = 425
R1 = 0 R2 = 60 R3 = 175
P tende a 0
R è esponenziale
Col passare del tempo i profitti saranno superati dalle rendite in valore assoluto. Se la popolazione cresce, alla fine ci saranno rendite altissime. Sorge conflitto tra proprietari terrieri e capitalisti. Il capitalista non può andare a toccare i costi, necessari alla sopravvivenza degli operai, i salari sono a livelli di sussistenza. In questo modello la tecnologia (fattore che influenza i costi di produzione) è data, non cambia. Dato che alla fine tutto il sistema sarebbe fallito, con sola ricchezza dei proprietari terrieri, Ricardo propone l'abbattimento delle tasse sul grano, con prima l'importazione dello stesso e poi la coltivazione dei terreni marginali (la pressione demografica spinge su terre marginali). Si difendono così gli interessi capitalisti.
Un altro modo di rappresentare il sistema di Ricardo prevede una produzione costante di 600q. All'aumentare del T aumenterà la rendita e diminuirà il profitto, fino ad azzerarlo.
Ricardo in seguito ripensa al suo modello tenendo conto non più del grano, ma del valore.
Teoria del valore e del lavoro incorporato: un bene vale per quanto lavoro incorpora, considerando sia il lavoro vivo che il lavoro morto (lavoro necessario per la fabbricazione degli utensili). La moneta è un bene, infatti costa lavoro (estrazione oro + lavorazione). Se i costi per la moneta sono costanti, il prezzo è lo scambio tra prodotto e moneta. Il rapporto valore/lavoro è rappresentabile dal rapporto prezzi.
Principi di Economia Politica: in quest'opera Ricardo vuole estendere la divisione del lavoro in ambito internazionale. Elabora così una teoria secondo cui il rapporto in cui le merci si scambiano è determinato dalla quantità di lavoro occorso a produrle.
x 1 vino
x 1 stoffa
Costo totale
Portogallo
80 U/A
90 U/A
170 U/A
Inghilterra
120 U/A
70 U/A
190 U/A
Presupponendo uno scambio 1:1 tra beni, al Portogallo conviene produrre 2 vino con 150 U/A, all'Inghilterra 2 stoffe con 140 U/A e poi scambiarsi un bene ciascuno.
x 1 vino
x 1 stoffa
Costo totale
Portogallo
80 U/A
90 U/A
170 U/A
Inghilterra
120 U/A
100 U/A
220 U/A
Se il prezzo della stoffa in Inghilterra aumenta a 100 U/A, apparentemente si trova in svantaggio in entrambe le produzioni. Ma nonostante ciò, una nazione deve pur sempre specializzarsi in una certa produzione. Si giunge così alla visione dei vantaggi comparati, dove si visualizza la convenienza in termini relativi e non più assoluti.
In Portogallo con 80 U/A si hanno 1 vino o 0,88 stoffa; con 90 U/A 1 stoffa o 1,125 vino
In Inghilterra con 120 U/A si hanno 1 vino o 1,25 stoffa; con 100 U/A 1 stoffa o 0,833 vino
quindi il vino, in termini di stoffa conviene produrlo in Portogallo, c'è vantaggio comparato, viceversa l'Inghilterra ha convenienza a specializzarsi nella stoffa. In termini relativi c'è convenienza per entrambi a effettuare lo scambio.
x 1 vino
x 1 stoffa
Saldo scambio
Saldo positivo
Portogallo
0,88 S
1,25 V
(1 - 0,88) S
0,12 S
Inghilterra
1,2 S
0,83 V
(1 - 0,83) V
0,17 V
1- metodologia di indagine maggiormente deduttiva
2- scomposizione della realtà produttiva in terra-lavoro-capitale (con vari equilibri)
3- tre classi sociali: lavoratori,capitalisti e proprietari terrieri
4- si interrogano sul concetto di lavoro
5- ricerca delle leggi che ne prevedono lo sviluppo futuro
6- critica al mercantilismo
7- indagine economica dinamica proiettata nel futuro
8- esiste un ordine naturale che va catturato ed anticipato interpretandolo
9- esiste e si spartisce un surplus (come si forma? A chi va?)
10- il settore agricolo conserva un ruolo specifico e centrale (si misura in grano/terra)
nasce in questo sistema una vera e propria scienza economica, non più una scienza collaterale. Nascono le prime scuole e un linguaggio economico proprio e puntuale.
ADAM SMITH (1723-1790): economista e filosofo scozzese, viene considerato unanimemente il primo degli economisti classici, sebbene non sia facile individuare con precisione la fine del mercantilismo e l'inizio dell'età classica, poiché per un certo periodo ci fu una certa sovrapposizione tra le due correnti di pensiero.
La sua opera principale è "La ricchezza delle nazioni". Essa consta di cinque libri:
- nel primo vengono trattati gli effetti della divisione del lavoro ed è presentata la teoria del valore e della distribuzione del reddito
- nel secondo si considera capitale come fattore scatenante economico, si valuta il ruolo della moneta
- nel terzo si tratta dell'agricoltura
- nel quarto e nel quinto viene presentata critica radicale al mercantilismo e alla fisiocrazia.
Divisione del lavoro : Smith individua nel lavoro svolto "il fondo da cui ogni nazione trae in ultima analisi tutte le cose necessarie e comode della vita". Perciò il livello di crescita economica è direttamente proporzionale al lavoro e alla quota di lavoratori produttivi sul totale della forza lavoro. I lavoratori infatti si distinguono tra produttivi e improduttivi. Per i primi il valore del salario viene sempre reintegrato, insieme al profitto, nel maggior valore dell'oggetto al quale il loro lavoro viene applicato; il costo dei secondi invece non viene mai reintegrato ( ad esempio lavoro del domestico). In Smith la ricchezza di una nazione non deriva quindi dalla quantità di risorse naturali o metalli preziosi di cui essa può disporre, come ritenevano i mercantilisti, né è generata solo dalla terra, l'unica risorsa capace di produrre un sovrappiù per i fisiocratici, ma dal lavoro produttivo in essa svolto, e dalla capacità produttiva di tale lavoro.
La produttività dipende dalla divisione del lavoro, che può essere interna (o tecnica) ed esterna. Un esempio di divisione interna è la fabbrica di spilli, c'è sostanziale aumento di produttività lavorativa, incremento di destrezza dell'operaio, risparmio di tempo ed innovazioni tecnologiche più facilmente individuabili. Smith sosteneva che se tale divisione fosse stata portata ad un livello eccessivo, sarebbe diminuito il grado di benessere psicofisico dei lavoratori.
La divisione esterna è legata al fatto che sul mercato le singole attività produttive tendono a specializzarsi nelle produzioni di un singolo bene. Il lavoratore poteva specializzarsi in una singola attività se e solo se esisteva il capitale, ovvero un fondo di beni di diverso genere sufficiente a mantenerlo e a fornirgli i materiali e gli arnesi del suo lavoro almeno fino al momento in cui il prodotto del suo lavoro possa essere finito e venduto. Un esempio è la comunità di cacciatori. Nella divisione esterna ci si specializza nell'attività più produttiva. Solo grazie all'accumulazione di capitale posso attuare forza lavoro, perciò c'è bisogno di un mercato più ampio, in cui avvengono il baratto e lo scambio dei prodotti del proprio lavoro con quello degli altri.
Teoria del valore di scambio : Smith distingue la società rude da quella evoluta; nella prima la separazione dei fattori produttivi non è avvenuta, l'individuazione del valore di scambio è determinata sulla base dei reciproci della quantità di lavoro contenuto nei vari beni A/B=QLB/QLA. Nella società evoluta, con terre recintate e separazione tra detentore capitale e forza lavoro, il valore non è dato dal lavoro impiegato, ma dal potere di disporre del lavoro. Occorre una unità di misura che renda sommabili i tre fattori lavoro, terra e capitale. Tale U sarà il costo di questi tre fattori, rispettivamente salario,rendita e interessi. A/B=CPB/CPA CP=costo produzione
Teoria della distribuzione del reddito : si spiega come si ripartisce il reddito tra le classi sociali e come si determinano le tre grandezze salario,rendita ed interessi.
- salario: è il risultato di un processo di trattazioni fra classi sociali. Secondo Smith esiste un fondo salario e vi è una domanda di lavoro data dall'ampiezza di questo fondo (parte di capitale omogenea, atta ad anticipare o pagare salario); l'offerta di lavoro dipende dalla prolificità. Quindi il salario è determinato dall'ampiezza del fondo salario diviso la numerosità della popolazione
- rendita: remunerazione che spetta al proprietario terriero, prezzo pagato per l'uso della terra, per la fertilità del suolo
- interesse: è una parte del profitto che va ad aumentare il capitale di rischio.
Sia il profitto che la rendita sono deduzioni del prodotto del lavoro.
Politica economica : ciascun imprenditore perseguendo un proprio interesse personale (profitto) tramite il catalizzatore della concorrenza contribuisce allo sviluppo economico. Ogni imprenditore tenderà infatti a diminuire i costi e tutta la comunità alla fine avrà un risparmio di risorse. C'è eterogenesi dei fini. Si va incontro ad un incremento della ricchezza del paese. Per favorire lo sviluppo economico ci vuole sistema liberistico con solo tre funzioni che fanno eccezione: amministrazione giustizia, difesa da esterni, erogazione di servizi che il privato non è interessato ad offrire. Smith giustifica i monopoli per motivi militari e fiscali e si pronuncia a favore dell'abolizione dei dazi e delle barriere doganali (allargamento mercato) e dei monopoli sfavorevoli alla concorrenza.
La teoria di una regolazione spontanea dello scambio e delle attività produttive di Adam Smith è incentrata sulla nozione di mano invisibile secondo la quale il sistema economico non richiede interventi esterni per regolarsi, in particolare non necessita l'intervento di una volontà collettiva razionale. Il ruolo della mano invisibile è triplice: il realizzarsi di un ordine sociale che soddisfa l'interesse generale, permette l'equilibrio dei mercati (in cui domanda e offerta tendono ad eguagliarsi) e favorisce la crescita e lo sviluppo economico.
CRISI ECONOMICA MONDIALE: il sistema economico mondiale è tutt'altro che in equilibrio stabile. Alla base del sistema sta la propensione ad investire I,cioè lo spirito del capitalismo.
I = h – i' = produzione marginale del capitale – saggio di interesse
h = c - ? = costi certi – eventuali ricavi
Il sistema economico è quindi fondato su istinti irrazionali. In un siffatto sistema è molto probabile che si verifichino crisi. Il potere politico statale può in qualche modo reggere la piramide nei periodi di crisi (ad es. nel 1917 con rivoluzione russa, alternativa al capitalismo con intervento statale). Vi è pure un Terza via, cioè un' alternativa alle due classiche teorie economiche del capitalismo e del comunismo, elaborata agli inizi del XX secolo come sistema economico a sé stante e diverso da entrambi. In precedenza le alternative alle due teorie erano rappresentate dalla mescolanza di alcuni punti di ciascuna di esse.
Lo spirito del capitalismo fu interpretato da Max Weber attraverso un etica protestante. Il modo di concepire la vita economica dipendeva dalla religione puritana; infatti il puritano dal punto di vista teologico considera il concetto della salvezza, vista come giudizio a priori dell'Onnipotente. È una visione ex ante, una persona era salvata oppure condannata agli inferi a prescindere dalle sue azioni. Data la predestinazione, l'individuo andava alla ricerca di segnali o indicazioni. Il segno della benedizione del cielo, della salvezza, era l'avere successo nella vita, con ricchezza, che non aveva alcuna importanza dal punto di vista economico. Vi era accumulazione della ricchezza senza consumo, infatti ai puritani non interessava tale aspetto, in quanto consideravano solo l'accrescimento della ricchezza dal punto di vista religioso. Secondo Weber nacque così il capitalismo K = f P dipende dall'ideologia protestante.
Secondo Amintore Fanfani, invece, il capitalismo dipendeva da più fattori diversi. Lo spirito del capitalismo consta dell'abbassamento dei costi dati i prezzi per trarre profitto; non è lo spirito del guadagno, che si può ottenere semplicemente alzando i prezzi. Il capitalismo non nasce in un determinato periodo, il suo spirito c'è sempre stato e viene risvegliato con determinate condizioni. Tale spirito è detto del “minimo mezzo” o “principio razionalizzante della produzione”. Fanfani sostiene che le condizioni esterne per il capitalismo si definiscono rispetto all'economia medievale.
La vita economica del medioevo aveva riguardo per produzione e distribuzione ricchezza; con le corporazioni la produzione non causava sfruttamento lavoro umano, considerato risorsa da non sfruttare; nella distribuzione si parte dal presupposto che il residuo deve essere dati ai poveri. Dal 1942 con lo spostamento dei mercati si va incontro ad una crisi e di conseguenza viene meno il disavanzo da dare ai poveri, l'imprenditore trattiene i pochi profitti per sé, diventando così capitalista senza la distribuzione della ricchezza. Lo spirito del capitalismo nascerebbe nelle società cattoliche che vivono all'estero, che si sentono distaccate dalla madre patria e reinventano sistema di valori particolari. Infatti non c'era la chiesa a controllare la distribuzione e pressione sociale, non c'era senso di colpa, con allentamento dei valori morali e sociali. Il profitto si vuole ottenere abbassando i costi, diminuendo i salari e massimizzando la forza lavoro. Il sistema capitalista nasce sostituendo il sistema medievale. Lo spirito capitalistico trasforma le istituzioni economiche, le corporazioni vengono eliminate, viene messa da parte la chiesa e viene riorganizzato lo stato, incidendo direttamente la mentalità degli uomini e le istituzioni sociali.
Lo spirito del capitalismo ha le stesse caratteristiche dell'idea platonica. (Platone elabora la famosa dottrina della reminiscenza, secondo la quale l’apprendere è un ricordare; parte dall'assunto fondamentale che esistano delle Idee che hanno caratteristiche opposte agli enti fenomenici: sono incorruttibili, ingenerate, eterne, non soggette a mutamento. Queste Idee albergano nell'iperuranio, mondo soprasensibile e che è parzialmente visibile alle anime slegate dai loro corpi).
La rivoluzione francese e quella industriale avevano dato un nuovo grande impulso all'idea di progresso, che nel 1799 era visto come una sorta di ritorno all'eden.
JEAN-BAPTISTE SAY (1767-1832): economista francese, vive la rivoluzione da liberale. Era fiducioso che la crescente produttività non sarebbe stata un problema nel tempo, postulando la sua Teoria degli sbocchi garantiti. Egli sosteneva in tale legge che in regime di libero scambio non sono possibili le crisi prolungate, poiché i prodotti si pagano con i prodotti e non con il denaro, che è solamente merce rappresentativa. L'offerta è sempre in grado di creare la propria domanda: ogni venditore è anche compratore. Il rimedio delle crisi non doveva perciò, secondo Say, ricercarsi tanto in misure restrittive dell'importazione, quanto nell'incremento di quelle produzioni che servissero all'esportazione. Ogni produzione troverebbe sempre un naturale sbocco sul mercato. Say quindi era convinto che il mercato lasciato a se stesso tende a raggiungere l'equilibrio di piena occupazione. Egli assume che il denaro ricavato dalla vendita sia destinato ad essere immediatamente speso; in questo senso il venditore è sempre anche un compratore e, con ciò, offre uno sbocco alle produzioni altrui. Say manda un messaggio ottimistico per gli imprenditori
Teoria del valore : egli propose il concetto dell'utilità come base del valore, in sostituzione del costo, teorizzato dai classici. Il valore attribuito ad una cosa è la misura della sua utilità (unisce due tesi smithiane). Il valore aggregato della produzione è uguale al valore aggregato dei redditi distribuiti, quindi non può verificarsi una crisi di sovrapproduzione .
THOMAS ROBERT MALTHUS (1766-1834): economista e demografo inglese, non condivideva l'idea di un progresso automatico e crescente.
Teoria della popolazione: sostenne che l'incremento demografico avrebbe spinto a coltivare terre sempre meno fertili con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all'arresto dello sviluppo economico, poiché la popolazione tenderebbe a crescere in progressione geometrica, quindi più velocemente della disponibilità di alimenti, che crescono invece in progressione aritmetica.
popolazione = π produzione grano = g
tempo = T ps = passione sessuale
π = ps ∙ g
nel tratto AB la produzione g è superiore all'incremento della popolazione. In B la π = g cioè tutto il cibo prodotto è distribuito a tutta la popolazione. Tutti i nati a destra del punto B causavano carenze di alimentazione, con conseguenti carestie ed epidemie (punizioni divine per i piaceri del corpo). L'uomo avrebbe dovuto cercare di collocarsi alla sinistra di B. La soluzione di Malthus, nell'ipotesi di non avere più rapporti sessuali prima del matrimonio, fu quella di spostare avanti nel tempo la data del matrimonio.
In realtà egli non considerò i progressi della moderna agricoltura, il che faceva innalzare la produttività, spostando B nel tempo. Inoltre la passione sessuale non era una variabile così forte nel periodo della rivoluzione industriale. Le due curve quindi erano state ipotizzate troppo drammaticamente. Con l'atteggiamento Malthusiano si intende l'idea di poter controllare lo sviluppo di una nazione mediante il controllo delle nascite (contraccezione).
Teoria del valore: nel breve periodo la popolazione si considera stabile.
d = domanda
o = offerta
o' = offerta se si risparmia
P = prezzo
si suppone che la domanda sia data, quindi costante
lo sviluppo economico non è funzione della risparmiosità, che non fa aumentare profitto
il prezzo si ha quando domanda e offerta si incontrano
La rendita sui terreni si ottiene in seguito alla scarsità di terre fertili. L'attività agricola dona un surplus. La dinamica del costo di produzione paragonata alla produttività della terra genera un profitto. Nella teoria del profitto, il sistema si regge e si sviluppa per effetto della domanda della classe sterile, mentre i proprietari terrieri aumentano la domanda. Quindi gli imprenditori diligenti e risparmiosi sono salvati dalla crescente domanda dei proprietari.
P = VP / VA profitto = valore del prodotto / valore delle anticipazioni (salari-interessi-rendite)
DAVID RICARDO (1772-1823): economista britannico, considerato uno dei massimi esponenti della scuola classica, vive in un'epoca di profondi cambiamenti economici e sociali, contraddistinta dalla rivoluzione industriale in Inghilterra e in generale dal processo di trasformazione delle economie europee in senso capitalistico.
Ricardo diede due versioni della teoria della distribuzione e del valore: la prima nel “Saggio sui profitti” del 1815 (il titolo originale completo è “Essay on the influence of a Low Price of Corn on the Profits of Stock”) e la seconda nei “Principi di Economia Politica”.
Saggio sui profitti: egli ragiona in termini di grano, in quanto prodotto utilizzato come capitale di investimento, per pagare salari, e prodotto ottenuto. Vi sono due ipotesi alla base: popolazione in costante aumento e mercato che tende ad uniformare saggi di profitto e salari. Secondo Ricardo vi sono imprenditori che prendono in prestito il terreno (fittavoli) e vi impiegano del lavoro, lo remunerano, pagano eventuale rendita, portano il prodotto al mercato e col ricavato della vendita iniziano da capo il ciclo.
Supponiamo che un terreno produca 600 quintali di grano a partire da un costo di 360 q (necessari per pagare i lavoratori e gli arnesi). Avremo quindi un profitto di 240q con una rendita pari a 0, data la grande disponibilità di terreni fertili. Con l'aumento della popolazione devo spostarmi su altri terreni, magari meno fertili, così dovrò impiegare più operai e di conseguenza il costo sarà maggiore. A questo punto avremo due imprenditori, di cui uno che ci guadagna di più, infatti il rapporto tra profitto e costo (tasso di profitto) è maggiore. Se il tasso di profitto è uguale in tutto il sistema, allora sorge una rendita, infatti il secondo capitalista si accorge che il primo ha più profitto con meno costi, quindi si sposta un po' nel suo terreno fornendogli una rendita. Allo stesso modo un terzo capitalista con costi ancora maggiori fornirà rendita sia al primo che al secondo. Il tasso di profitto scende in termini percentuali via via che si va a coltivare terreni sempre più marginali.
PRODOTTO
COSTO
Prof/Rendita T1
Prof/Rendita T2
Prof/Rendita T3
Tasso Prof
T1
600q
360q
240q / 0q
180q / 60q
130q / 60q
67%-50%-36%
T2
600q
400q
-
200q / 0q
135q / 65q
50%-36%
T3
600q
440q
-
-
160q / 0q
36%
P1=240 P2 = 380 P3 = 425
R1 = 0 R2 = 60 R3 = 175
P tende a 0
R è esponenziale
Col passare del tempo i profitti saranno superati dalle rendite in valore assoluto. Se la popolazione cresce, alla fine ci saranno rendite altissime. Sorge conflitto tra proprietari terrieri e capitalisti. Il capitalista non può andare a toccare i costi, necessari alla sopravvivenza degli operai, i salari sono a livelli di sussistenza. In questo modello la tecnologia (fattore che influenza i costi di produzione) è data, non cambia. Dato che alla fine tutto il sistema sarebbe fallito, con sola ricchezza dei proprietari terrieri, Ricardo propone l'abbattimento delle tasse sul grano, con prima l'importazione dello stesso e poi la coltivazione dei terreni marginali (la pressione demografica spinge su terre marginali). Si difendono così gli interessi capitalisti.
Un altro modo di rappresentare il sistema di Ricardo prevede una produzione costante di 600q. All'aumentare del T aumenterà la rendita e diminuirà il profitto, fino ad azzerarlo.
Ricardo in seguito ripensa al suo modello tenendo conto non più del grano, ma del valore.
Teoria del valore e del lavoro incorporato: un bene vale per quanto lavoro incorpora, considerando sia il lavoro vivo che il lavoro morto (lavoro necessario per la fabbricazione degli utensili). La moneta è un bene, infatti costa lavoro (estrazione oro + lavorazione). Se i costi per la moneta sono costanti, il prezzo è lo scambio tra prodotto e moneta. Il rapporto valore/lavoro è rappresentabile dal rapporto prezzi.
Principi di Economia Politica: in quest'opera Ricardo vuole estendere la divisione del lavoro in ambito internazionale. Elabora così una teoria secondo cui il rapporto in cui le merci si scambiano è determinato dalla quantità di lavoro occorso a produrle.
x 1 vino
x 1 stoffa
Costo totale
Portogallo
80 U/A
90 U/A
170 U/A
Inghilterra
120 U/A
70 U/A
190 U/A
Presupponendo uno scambio 1:1 tra beni, al Portogallo conviene produrre 2 vino con 150 U/A, all'Inghilterra 2 stoffe con 140 U/A e poi scambiarsi un bene ciascuno.
x 1 vino
x 1 stoffa
Costo totale
Portogallo
80 U/A
90 U/A
170 U/A
Inghilterra
120 U/A
100 U/A
220 U/A
Se il prezzo della stoffa in Inghilterra aumenta a 100 U/A, apparentemente si trova in svantaggio in entrambe le produzioni. Ma nonostante ciò, una nazione deve pur sempre specializzarsi in una certa produzione. Si giunge così alla visione dei vantaggi comparati, dove si visualizza la convenienza in termini relativi e non più assoluti.
In Portogallo con 80 U/A si hanno 1 vino o 0,88 stoffa; con 90 U/A 1 stoffa o 1,125 vino
In Inghilterra con 120 U/A si hanno 1 vino o 1,25 stoffa; con 100 U/A 1 stoffa o 0,833 vino
quindi il vino, in termini di stoffa conviene produrlo in Portogallo, c'è vantaggio comparato, viceversa l'Inghilterra ha convenienza a specializzarsi nella stoffa. In termini relativi c'è convenienza per entrambi a effettuare lo scambio.
x 1 vino
x 1 stoffa
Saldo scambio
Saldo positivo
Portogallo
0,88 S
1,25 V
(1 - 0,88) S
0,12 S
Inghilterra
1,2 S
0,83 V
(1 - 0,83) V
0,17 V