Il processo di conglomerazione e le connesse problematiche di vigilanza
La libertà di movimento fra piazze finanziarie, l’integrazione monetaria e la crescente globalizzazione anche a livello di economia reale sono tutti fattori che hanno portato alla concentrazione e alla conglomerazione, fenomeni organizzativi con l’intento di superare più facilmente la concorrenza.
Determinanti esogene della conglomerazione:
- deregolamentazione
- innovazione tecnologica applicata ai sistemi distributivi e operativi, che ha permesso di ridurre i costi di transazione e le asimmetrie informative dei servizi finanziari
Determinanti strategiche della conglomerazione:
- possibilità di accesso a nuovi mercati
- diversificazione della gamma offerta
- miglioramento della qualità dell’attivo
- applicazione di competenze distintive
Determinanti economiche della conglomerazione
- riduzione del costo unitario necessario per la gestione delle relazioni con la clientela
- maggiori opportunità di acquisizione ed elaborazione delle informazioni e i connessi benefici in termini di riduzione del rischio di credito
- incremento dei volumi di vendita grazie a politiche di cross selling
In Europa questo fenomeno si è sviluppato a partire dagli anni Ottanta, in Italia dai Novanta (per l’inadeguatezza delle sue leggi fino a questa data).
Presa coscienza di ciò, anche le Autorità hanno cercato di rinnovare i sistemi di vigilanza, introducendo oltre alla vigilanza per finalità e per soggetti, anche una vigilanza consolidata, per i:
- gruppi bancari
- gruppi finanziari
- gruppi assicurativi
Tuttavia, il sistema di vigilanza vigente al momento è ancora inadatto, seppur consolidato, a garantire una sana e prudente gestione di tali conglomerati.
Ci sono infatti numerosi rischi peculiari a questo tipo di soggetti gruppo:
a) double gearing: utilizzo dello stesso ammontare di capitale per fronteggiare simultaneamente i rischi di due o più entità operanti in rami diversi ma appartenenti allo stesso conglomerato
b) arbitraggi regolamentari: le attività all’interno dei conglomerati tendono ad essere spostate nelle società dove i requisiti patrimoniali richiesti sono inferiori e i controlli di vigilanza meno severi
c) rischio di contagio: si ha quando le perdite subite da una singola azienda influenzano la stabilità dell’intero gruppo, a volte anche a livello reputazionale.
Determinanti esogene della conglomerazione:
- deregolamentazione
- innovazione tecnologica applicata ai sistemi distributivi e operativi, che ha permesso di ridurre i costi di transazione e le asimmetrie informative dei servizi finanziari
Determinanti strategiche della conglomerazione:
- possibilità di accesso a nuovi mercati
- diversificazione della gamma offerta
- miglioramento della qualità dell’attivo
- applicazione di competenze distintive
Determinanti economiche della conglomerazione
- riduzione del costo unitario necessario per la gestione delle relazioni con la clientela
- maggiori opportunità di acquisizione ed elaborazione delle informazioni e i connessi benefici in termini di riduzione del rischio di credito
- incremento dei volumi di vendita grazie a politiche di cross selling
In Europa questo fenomeno si è sviluppato a partire dagli anni Ottanta, in Italia dai Novanta (per l’inadeguatezza delle sue leggi fino a questa data).
Presa coscienza di ciò, anche le Autorità hanno cercato di rinnovare i sistemi di vigilanza, introducendo oltre alla vigilanza per finalità e per soggetti, anche una vigilanza consolidata, per i:
- gruppi bancari
- gruppi finanziari
- gruppi assicurativi
Tuttavia, il sistema di vigilanza vigente al momento è ancora inadatto, seppur consolidato, a garantire una sana e prudente gestione di tali conglomerati.
Ci sono infatti numerosi rischi peculiari a questo tipo di soggetti gruppo:
a) double gearing: utilizzo dello stesso ammontare di capitale per fronteggiare simultaneamente i rischi di due o più entità operanti in rami diversi ma appartenenti allo stesso conglomerato
b) arbitraggi regolamentari: le attività all’interno dei conglomerati tendono ad essere spostate nelle società dove i requisiti patrimoniali richiesti sono inferiori e i controlli di vigilanza meno severi
c) rischio di contagio: si ha quando le perdite subite da una singola azienda influenzano la stabilità dell’intero gruppo, a volte anche a livello reputazionale.