Adam Smith: Dei profitti dei fondi
Se è difficile determinare il prezzo dei salari, lo è ancor di più determinare il saggio dei profitti sui fondi (capitali investiti). Mentre è possibile determinare, dato un periodo di tempo e una zona ristretta, l’andamento dei salari medi, è impossibile farlo riguardo ai profitti medi. Essi sono
definiti da Smith estremamente “fluttuanti”, in quanto dipendenti da infinite variabili.
Tuttavia Smith dà questa massima:
“dovunque si può ricavare molto dall’impiego del denaro si dovrà di norma dare molto per poterlo impiegare, mentre, dovunque si può ricavare poco, si darà meno per il suo uso” .
Introduce così il concetto secondo cui il saggio di interesse legale segue in qualche misura il saggio dei profitti (c.d. saggio di mercato). A questo riguardo fornisce molti esempi, a partire da Enrico VIII, di saggi di interessi ritenuti legali e non usurari, che nel tempo ci dice esser passati dal 10% (sotto Enrico VIII) al 5% (sotto la regina Anna).
Generalmente sono necessari maggiori fondi per esercitare una qualsiasi attività in una grande città piuttosto che in un villaggio, a causa della concorrenza che genera in più anche salari alti.
Nelle colonie
Nelle prime fasi di colonizzazione si riscontrano alti saggi di interesse, dovuti agli alti saggi di profitto che gli agricoltori sono in grado di ottenere dalle nuove terre scelte per la loro fertilità e comodità (vicinanza al mare o a fiumi). In queste terre tali agricoltori saranno portati dagli alti profitti a cercare più lavoratori di quanti non ve ne siano di già nella colonia; questo tende a fare alzare i salari di tali lavoratori. Questo può accadere fin quando tutte le terre più fertili non sono state occupate; in un secondo momento si andranno a coltivare anche le terre meno fertili, con conseguenti minor profitti e minori tassi di interesse generali all’interno dell’intera colonia. I salari tuttavia rimangono gli stessi, data la crescente domanda di manodopera, che va di pari passo con il crescere della popolazione.
Ordinamento giuridico-sociale e interessi
Smith passa poi a considerare come difetti nell’ordinamento giuridico di un paese possano contribuire a cambiare i normali tassi d’interesse. Ad esempio se in un Paese non viene garantita l’esecuzione dei contratti, i prestiti verranno dati a tassi maggiori rispetto al normale, in quanto molto più rischiosi per chi presta. Tutti in questo esempio, verranno trattati come in Inghilterra vengono trattati le società fallite.
Se la legge poi proibisce totalmente l’interesse , essa non riesce ad impedirlo. Molti devono prendere a prestito e nessuno vorrà prestare senza un compenso per l’uso del denaro, proporzionale non solo a quanto si può ottenere usandolo, ma anche alle difficoltà e al pericolo di violare la legge.
In un Paese in cui la concorrenza ha raggiunto un livello molto alto in tutti gli ambiti , i saggi di profitto sarebbero molto bassi, e di conseguenza lo sarebbero ancora di più i saggi di interesse; questo comporterebbe che solo le persone incredibilmente ricche potrebbero vivere di soli interessi, mentre i piccoli-medi proprietari dovrebbero gestire da soli i propri risparmi. Una situazione simile, in cui tutti sono “costretti” a fare gli uomini d’affari, Smith la vede nella provincia d’Olanda.
Salari, profitti e prezzi
Smith afferma che ad un aumento dei salari corrisponde un aumento dei prezzi molto minore rispetto a quello che si avrebbe in conseguenza ad un aumento dei profitti. Infatti un aumento dei salari comporta un aumento aritmetico del prezzo (pari alla somma degli aumenti dei salari che hanno contribuito a produrre la merce); un aumento dei profitti invece comporta un aumento geometrico del prezzo (ad esempio un pezzo di stoffa per esser prodotto richiederà il 5 % in più a livello di cardatura, un 5% in più a livello di tessitura sul totale maggiorato già del 5% e cosi via..).
“I nostri mercanti si lamentano molto dei cattivi effetti degli alti salari nell’elevare i prezzi dei loro prodotti, ma non dicono niente dei cattivi effetti degli alti profitti”.
definiti da Smith estremamente “fluttuanti”, in quanto dipendenti da infinite variabili.
Tuttavia Smith dà questa massima:
“dovunque si può ricavare molto dall’impiego del denaro si dovrà di norma dare molto per poterlo impiegare, mentre, dovunque si può ricavare poco, si darà meno per il suo uso” .
Introduce così il concetto secondo cui il saggio di interesse legale segue in qualche misura il saggio dei profitti (c.d. saggio di mercato). A questo riguardo fornisce molti esempi, a partire da Enrico VIII, di saggi di interessi ritenuti legali e non usurari, che nel tempo ci dice esser passati dal 10% (sotto Enrico VIII) al 5% (sotto la regina Anna).
Generalmente sono necessari maggiori fondi per esercitare una qualsiasi attività in una grande città piuttosto che in un villaggio, a causa della concorrenza che genera in più anche salari alti.
Nelle colonie
Nelle prime fasi di colonizzazione si riscontrano alti saggi di interesse, dovuti agli alti saggi di profitto che gli agricoltori sono in grado di ottenere dalle nuove terre scelte per la loro fertilità e comodità (vicinanza al mare o a fiumi). In queste terre tali agricoltori saranno portati dagli alti profitti a cercare più lavoratori di quanti non ve ne siano di già nella colonia; questo tende a fare alzare i salari di tali lavoratori. Questo può accadere fin quando tutte le terre più fertili non sono state occupate; in un secondo momento si andranno a coltivare anche le terre meno fertili, con conseguenti minor profitti e minori tassi di interesse generali all’interno dell’intera colonia. I salari tuttavia rimangono gli stessi, data la crescente domanda di manodopera, che va di pari passo con il crescere della popolazione.
Ordinamento giuridico-sociale e interessi
Smith passa poi a considerare come difetti nell’ordinamento giuridico di un paese possano contribuire a cambiare i normali tassi d’interesse. Ad esempio se in un Paese non viene garantita l’esecuzione dei contratti, i prestiti verranno dati a tassi maggiori rispetto al normale, in quanto molto più rischiosi per chi presta. Tutti in questo esempio, verranno trattati come in Inghilterra vengono trattati le società fallite.
Se la legge poi proibisce totalmente l’interesse , essa non riesce ad impedirlo. Molti devono prendere a prestito e nessuno vorrà prestare senza un compenso per l’uso del denaro, proporzionale non solo a quanto si può ottenere usandolo, ma anche alle difficoltà e al pericolo di violare la legge.
In un Paese in cui la concorrenza ha raggiunto un livello molto alto in tutti gli ambiti , i saggi di profitto sarebbero molto bassi, e di conseguenza lo sarebbero ancora di più i saggi di interesse; questo comporterebbe che solo le persone incredibilmente ricche potrebbero vivere di soli interessi, mentre i piccoli-medi proprietari dovrebbero gestire da soli i propri risparmi. Una situazione simile, in cui tutti sono “costretti” a fare gli uomini d’affari, Smith la vede nella provincia d’Olanda.
Salari, profitti e prezzi
Smith afferma che ad un aumento dei salari corrisponde un aumento dei prezzi molto minore rispetto a quello che si avrebbe in conseguenza ad un aumento dei profitti. Infatti un aumento dei salari comporta un aumento aritmetico del prezzo (pari alla somma degli aumenti dei salari che hanno contribuito a produrre la merce); un aumento dei profitti invece comporta un aumento geometrico del prezzo (ad esempio un pezzo di stoffa per esser prodotto richiederà il 5 % in più a livello di cardatura, un 5% in più a livello di tessitura sul totale maggiorato già del 5% e cosi via..).
“I nostri mercanti si lamentano molto dei cattivi effetti degli alti salari nell’elevare i prezzi dei loro prodotti, ma non dicono niente dei cattivi effetti degli alti profitti”.